Una nuova occasione di confronto per la trust company internazionale Global Capital Trust di Marco Zoppi
Questa volta è stato il Golf Club Le Fonti di Castel San Pietro ad ospitare l’incontro organizzato dall’avv. Gabriele Strada e dall’avv. Michele Taroni, presidente della Corte Arbitrale Imolese.
Un parterre di relatori di alto livello per approfondire le ragioni dell’utilizzo del trust in Italia e le opportunità fiscali che ne derivano, per approdare poi al più recente trust Dopo di Noi, trattato grazie anche al supporto delle fondazioni Santa Caterina e Monte Catone Onlus. Un interessante confronto a più voci.
Marco Zoppi: “La segregazione … è un po’ il cuore del trust, la ragione di esistere del trust. Qualsiasi bene … mobiliare, immobiliare … che venga segregato all’interno del trust, si trova in una sorta di separazione e di distinzione rispetto al patrimonio del settlor. I beni che vengono conferiti nel trust se conferiti nella maniera corretta, hanno la caratteristica di essere in una sorta di sospensione e sono assolutamente inattaccabili da futuri potenziali creditori.”
Federico Tassinari: “Un soggetto convinto in buona fede di non avere in questo momento debiti, credo abbia tutto il diritto di fare il trust se il trust ha uno scopo legittimo. Lo scopo può anche essere trovato nel desiderio di mettersi a riparo dai creditori futuri ma deve comunque essere un qualcosa che è rilevante e, appunto, scrupolosamente ti attieni”.
Marco Zoppi: “E’ molto importante che nelle premesse del trust si individui chiaramente quali sono i motivi per il quale si fa un trust. Quindi, se parliamo di family trust, il motivo per cui si costituisce un trust è soprattutto l’ordinata successione”.
Federico Tassinari: “L’aderenza alle premesse è anche la convinzione che tu fai un patto con lo stato, tu puoi dare la responsabilità limitata ma io faccio le cose che ho detto … Se così il trust diventa più competitivo del fondo patrimoniale …”
Marco Zoppi: “Un argomento molto discusso in questi ultimi tempi è il trust auto dichiarato, il trust dove il disponente o settlor coincide con il truste. Secondo … gran parte della giurisprudenza italiana, il trust auto dichiarato viene considerato nullo perché si ritiene che non ci sia un verso spossessamento del disponente”.
Ivan De Muro: “il trust auto dichiarato, secondo me, può avere un diciamo un riconoscimento fiscale ma da un punto di vista civilista non regge. Come posso ipotizzare di opporre ad un trust auto dichiarato ai creditore. In questo momento qui i creditori sono prevalentemente le curatele fallimentari. Il tribunale fallimentare non riconoscerà mai la segregazione patrimoniale di un trust auto dichiarato. Il trust utilizzato cum grano salis può essere un utile strumento.”
Al termine del dibattito l’opportunità di approfondire i temi trattati si estende agli ospiti presenti, il cui coinvolgimento conferma un’attenzione sempre maggiore nei confronti di un istituto ancora poco utilizzato in Italia seppur riconosciuto dal nostro ordinamento da oltre 20 anni.
Nelle sue diverse declinazioni, avendo ben chiaro il proprio fine e scegliendo un professionista serio e di esperienza, il trust conferma di poter fornire soluzioni più efficaci per raggiungere l’obiettivo.