In un’intervista con la conduttrice televisiva Paola Rota, Marco Zoppi, CEO della Trust Company svizzera Global Capital Trust presente da tre anni anche ad Hong Kong, illustra i motivi della crisi economica che colpisce oggi la Cina e le soluzioni offerte alle grandi famiglie cinesi da Global Capital Trust in collaborazione con lo studio legale Yingke.

Ad Hong Kong vogliamo mettere a disposizione dei facoltosi clienti cinesi la nostra esperienza pluriennale maturata in Europa nell’asset management, nella gestione fiscale e anche successoria, creando delle strutture dedicate tailor-made a questo scopo.

D: Dal vostro osservatorio, data anche l’esperienza pluriennale a livello internazionale di Global Capital Trust, quali pensa siano le cause di questa crisi?

R: Le cause della crisi cinese vanno inquadrate soprattutto nel tasso di crescita molto importante. La Cina è arrivata ad avere una crescita addirittura del 15% di PIL all’anno. Quindi una crescita eccezionale che ha ovviamente causato degli squilibri importanti, dei nodi che stanno venendo al pettine in questo momento.

Gli squilibri sono soprattutto in tre settori: quello finanziario, quello economico ed immobiliare. C’è un grossissimo rischio immobiliare che dovrà essere gestito con molta attenzione nei prossimi anni. Per quanto riguarda la base della crisi è ovviamente una crisi economica, dovuta ad un modello che si chiama “modello asiatico” di cui la Cina è stato il miglior interprete negli ultimi anni. E’ un modello basato su un altissimo livello di esportazioni. Le esportazioni cinesi sono ben il 20% del prodotto interno lordo, quindi la Cina è assolutamente sbilanciata sulle esportazioni. Entrando in crisi questo modello ha trascinato, ovviamente, dietro di se la crisi finanziaria e poi quella immobiliare.

Per quanto riguarda la crisi finanziaria, è stata anche in questo caso una crescita troppo violenta dei mercati. Solo la borsa di Shanghai l’anno scorso è cresciuta del 150% in dodici mesi, ma adesso ha perso in sei mesi il 30%. Per dare un’idea dei volumi e delle cifre di cui stiamo parlando, ha perso 3.000 miliardi di euro in sei mesi. Il totale del debito greco, che ha messo così in crisi la troika e tutte le borse europee, era di “soli” 330 miliardi di euro. Quindi vuol dire che in sei mesi solo la borsa di Shanghai ha bruciato dieci volte il debito greco; questo dà l’indicazione dei volumi di questa crisi finanziaria.

Non ultima la crisi immobiliare. Anche qui mi fa piacere dare dei dati: ci sono più di 4 milioni di case non vendute, 50 milioni di case vendute ma attraverso mutui e questo è un livello di esposizione molto più grave di quello che aveva portato alla crisi dei subprime negli Stati Uniti. Infatti l’impatto immobiliare nel PIL cinese è del 20%, cioè il 20% del PIL cinese è fatto da operazioni immobiliari, mentre nel momento più alto della crisi dei subprime della bolla immobiliare americana l’impatto del real estate nel GDP americano era del 7%.

D: Il Governo cinese però sta intervenendo, sta mettendo in campo delle soluzioni per combattere questa crisi.

R: Si muove fondamentalmente su tre piani: la svalutazione della moneta nazionale, lo Yuan; un abbassamento dei tassi di interesse; e una manovra fiscale. Per quanto riguarda la svalutazione dello Yuan è stato svalutato fino ad oggi del 4,6% in tre step consecutivi, ma secondo noi, per ora, è assolutamente ad impatto zero. Riteniamo, invece, che una svalutazione tra il 20% ed il 30% possa dare un significativo aiuto alle esportazioni.

Anche i tassi sono scesi in maniera molto importante. Veniamo da un prime rate del 7% fino al 3% che è il tasso attuale in questo momento; questo serve per dare un impulso all’economia seguendo un po’ lo stile europeo ed americano.

Infine, come sempre purtroppo, si ricorre alla leva fiscale. Si cerca di non aumentare le tasse alle imprese, a meno che non siano partecipate da stranieri, emettendo nuove tassazioni a livello patrimoniale e successorio.

D: E queste manovre Governative hanno un impatto sugli investitori privati cinesi?

R: Un impatto molto importante. Le grandi famiglie cinesi sono state colpite duramente da questa crisi economica ma soprattutto finanziaria. In Cina non si possono comprare azioni diverse dalle azioni cinesi quotate nelle borse cinesi, quindi queste grandi famiglie non hanno portafogli diversificati. Il rischio è anche legato al fatto che spesso sono state malconsigliate ed hanno lavorato in leva. E’ molto diffuso nell’asset allocation classica che viene fatta in Cina utilizzare leve anche molto importanti. La correzione degli ultimi sei mesi della borsa del 30% ha praticamente azzerato il valore del portafoglio di chi lavora con leva di 3 o 5.

Un altro rischio molto importante che stanno vivendo è quello della svalutazione dello Yuan; nel momento in cui il cinese esce dalla Cina si trova uno Yuan attualmente svalutato di circa il 5%, ma noi riteniamo che nei prossimi mesi questa svalutazione sarà diretta ancora più in basso per avvicinarsi, come dicevo prima, ad una svalutazione intorno al 20% che potrebbe essere di stimolo per le esportazioni. Altro grossissimo problema cui stanno andando incontro le famiglie cinesi sono le nuove tassazioni sui patrimoni.

Una tassazione patrimoniale molto importante, sul tipo di quella americana, e anche una tassazione successoria. Quindi l’impatto della crisi e l’impatto delle risposte alla crisi che sta dando il governo di Pechino colpisce fortemente gli high networks client cinesi.

D: Quindi questa la lettura che emerge dal vostro osservatorio. A questo punto quali sono le soluzioni che Global Capital Trust può offrire?

R: In questo momento ad Hong Kong stiamo strutturando dei Trust su misura in collaborazione con lo studio legale Yingke, uno dei più grossi studi legali cinesi, il Trust è sicuramente la risposta migliore per la protezione fiscale e per la gestione ordinata della successione delle grandi famiglie.

All’interno dei Trust ci occupiamo anche dell’asset allocation e della gestione patrimoniale vera e propria, ponendo una diversificazione che è quello che è sempre mancato negli ultimi anni nelle grosse famiglie cinesi. Diversifichiamo a livello di moneta e a livello di prodotti finanziari. Riteniamo che questa struttura sia la risposta più forte che possiamo dare alla situazione attuale in Cina.

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